WASHINGTON, Dicembre 10, 2014 /PRNewswire/ — Medici contro il prelievo forzato di organi, DAFOH, il gruppo internazionale per i diritti umani composto da medici e sostenitori dell'approvvigionamento etico degli organi, ha scritto un lettera aperta all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ra'ad Al Hussein, invitandolo a usare la sua influenza per opporsi e porre fine quella della Repubblica popolare cinese pratica dell'estrazione involontaria di organi da prigionieri giustiziati e prigionieri di coscienza.
Questo mese, i funzionari cinesi hanno annunciato l'intenzione di porre fine alla pratica dell'estrazione forzata di organi dai prigionieri Gennaio 1, 2015– una promessa che hanno fatto più volte dal 2007, con nessun cambiamento apparente nella pratica. Osservatori internazionali stimano che negli ultimi 150,000 anni siano morti almeno 15 prigionieri a causa della pratica: molti di loro erano prigionieri di coscienza di minoranze etniche e religiose, principalmente di Falun Gong praticanti.
Nella sua lettera all'Alto Commissario, la DAFOH prende atto della crescente protesta internazionale contro il prelievo forzato di organi Cina, come dimostra la schiacciante risposta ad una petizione fatta circolare dal gruppo negli ultimi tre anni:
- Nel 2012, A 166,000 persone ha firmato la petizione DAFOH all'Alto Commissario delle Nazioni Unite.
- In Dicembre 2013, i delegati della DAFOH hanno presentato una petizione di 1.5 milioni di firmatari, raccolti in oltre 50 paesi e regioni entro cinque mesi.
- Quest'anno, DAFOH ha raccolto Firme 300,000 per la sua petizione del 2014.
Queste istanze sono state consegnate all'ufficio del commissario senza una risposta pubblica soddisfacente.
Nella lettera all'Alto Commissario, la DAFOH scrive: "Anche se potrebbe non esserci un meccanismo formale per l'OHCHR per ricevere petizioni come la nostra, resta un sincero obbligo morale di riconoscere questa crisi urgente e gli sforzi coraggiosi di due milioni di persone nel passato tre anni."
La DAFOH chiede all'Alto Commissario di riconoscere pubblicamente le petizioni e di tenerle Cina responsabile delle sue promesse di porre fine alla pratica e chiedendo un'indagine aperta e trasparente sul programma di prelievo di organi del paese.
“È la speranza di medici e cittadini di tutto il mondo che riflettiate sulla cruda realtà di ciò che milioni di persone stanno affrontando inCina e intraprendere l'azione giusta necessaria per prevenire la collusione globale, per resistere a questo male senza precedenti e aiutare a porre fine a questi crimini contro l'umanità", conclude la lettera.
Contatti:
Demone Noto, MD, portavoce DAFOH
Tel:. 917-912-4858
E-mail: Damon.Noto@dafoh.org
FONTE Medici contro il prelievo forzato di organi